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Dsa e Bes: seminario al Mario Negri per i dieci anni di RIDInet

Disturbi del neurosviluppo e le esperienze di teleriabilitazione

Un seminario di studi per celebrare i 10 anni di attività di RIDInet, la piattaforma per la teleriabilitazione integrata di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e di altri Bisogni Educativi Speciali (BES) che fa capo Anastasis Società Cooperativa. L’appuntamento è per il 21 ottobre, 10 alle 17, al Centro Congressi Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in via M.Negri 2, Milano.

La partecipazione è gratuita – ma bisogna iscriversi entro il 29 settembre – e prevede il rilascio di crediti ECM. Altre informazioni su https://www.anastasis.it/eventi/ridinet-10-anni-di-teleriabilitazione-dsa-e-bes/

Negli ultimi 10 anni si osserva un trend in crescita della diffusione dei disturbi nell’area del neurosviluppo. I dati della Direzione Generale per i Sistemi Informativi e la Statistica del Ministero dell’Istruzione indicano un aumento del 4,9% dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA); del 3-4% dei Disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD); del 2,5-7% del Funzionamento Intellettivo Limite (FIL); e del 0,8-1% dello Spettro Autistico (ASD).

Si rileva inoltre che le certificazioni di dislessia sono aumentate da circa 94 mila a oltre 198 mila, le certificazioni di disgrafia da 30 mila a 99,8 mila unità. Anche il numero di alunni con disortografia sono aumentati notevolmente, passando da circa 37 mila a 117,8 mila e gli alunni con discalculia da 33 mila a 108 mila.  Un’area, quella dei DSA e dei BES, che va dunque progressivamente allargandosi e che intensifica la riflessione con chi si occupa di servizi riabilitativi.  

In questo contesto la riabilitazione a distanza assume un ruolo centrale rendendo possibile una maggiore frequenza ed intensità del lavoro di stimolazione da svolgere, e riducendo il carico su clinici (in termini di tempo) e famiglie (spostamento e onere economico). In questo contesto il seminario intende essere un luogo di incontro, di scambio di punti di vista e di aggiornamento, indagherà lo stato dell’arte della riabilitazione dei disturbi specifici dell’apprendimento e del linguaggio attraverso gli interventi di alcuni tra i più autorevoli esperti del settore. 

RIDInet riveste da dieci anni, nell’ambito della teleriabilitazione in Italia, un ruolo di assoluta importanza, rappresentando un’esperienza unica nel nostro Paese e nel contesto europeo. La piattaforma prevede un sistema che integra le sessioni di lavoro che bambini e ragazzi svolgono in studio con il clinico a quelle che svolgono a casa con la famiglia. Si rende così possibile una maggiore frequenza ed intensità del lavoro di stimolazione, rispondendo in modo puntuale alle raccomandazioni scaturite dalle Conferenze di Consenso (AID 2007, PARCC 2011 e ISS 2011).

Durante l’evento verrà presentato il libro “Teleriabilitazione: l’esperienza decennale di RIDInet con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento e i Bisogni Educativi Speciali”, a cura di Agnese Capodieci e Andrea Frascari, una collettanea a più voci che, a partire dalla storia decennale di RIDInet, propone e approfondisce un modello di intervento per la presa in carico di DSA e BES basato su tecnologia, pluralità, alleanze, dialogo, ricerca ed efficacia.

Nel volume si alternano riflessioni e punti di vista diversi, sia di carattere teorico che pratico, come quello di Chiara Pecini che illustra i principi di base della teleriabilitazione e come questa possa rappresentare una risposta efficace rispetto alle crescenti esigenze di intervento riabilitativo in particolare in relazione ai DSA e ai BES, o l’esperienza decennale di utilizzo di RIDInet da parte di Claudio Vio nella NPIA di San Donà di Piave (che in dieci anni ha preso in carico oltre 1.700 ragazzi con DSA e altri BES) o ancora le indicazioni di Pierluigi Zoccolotti sulla stesura di un progetto di intervento che tenga conto della comorbidità. Ma il libro mette insieme anche il vissuto di bambini e famiglie, soggetti attivi di un’alleanza indispensabile per il percorso con RIDInet e restituisce la voce autorevole del Comitato Scientifico. Il libro, che presenta un approccio innovativo ed efficace al trattamento, si rivolge in particolare a psicologi, logopedisti e neuropsichiatri infantili che, in centri pubblici o privati, hanno in carico bambini con DSA e BES.

Tra i temi del convegno, la presentazione di TeleFE (https://www.telefe.it/), nuova piattaforma web per la tele-valutazionemultidimensionale delle Funzioni Esecutive (FE) in età evolutiva: dai 6 ai 13 anni. Gian Marco Marzocchi, professore Associato di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università di Milano Bicocca, e Chiara Pecini, professore Associato in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università di Firenze, interverranno condividendo una panoramica sullo sviluppo presente e futuro della “Televalutazione e Teleriabilitazione nei disturbi del neurosviluppo”, quadro all’interno del quale si colloca TeleFE.  Attivo dallo scorso 15 maggio, TeleFE è uno strumento progettato e realizzato da un sottogruppo del GRIFE – Gruppo di Ricerca sulle Funzioni Esecutive – in collaborazione con Anastasis. 

Fonte: askanews.it

Ipotiroidismo disfunzione più frequente, colpisce 3 mln di italiani

In presenza di disturbi della tiroide, di cui soffrono oltre sei milioni di italiani, la dieta può diventare oggetto di dubbi e preoccupazioni per i pazienti. Lo testimonia il crescente numero di ricerche effettuate ogni giorno in rete sul complicato rapporto tra tiroide e alimentazione che mette in luce il bisogno degli utenti di fare chiarezza su questi temi. Per rispondere a questa esigenza è nata la campagna “Dal Palato alla Tiroide”, realizzata con il patrocinio della Società Italiana di Endocrinologia (Sie) e il contributo non condizionante di Ibsa Italy che, attraverso strumenti pratici come il volume di “ricette amiche della tiroide”, contribuisce a promuovere una maggiore consapevolezza nella popolazione sui disturbi tiroidei e il legame con la nutrizione.

Le disfunzioni della tiroide sono molto diffuse soprattutto tra le donne che si stima abbiano il 20% di probabilità di sviluppare disturbi tiroidei nel corso della vita. Tra queste l’ipotiroidismo è la più frequente: colpisce in Italia quasi 3 milioni di persone con un’incidenza più marcata nelle donne tra i 55 e i 64 anni. Questa condizione si manifesta spesso con sintomi quali stanchezza eccessiva, aumento di peso, intolleranza al freddo, pelle secca e pallida, rallentamento della frequenza cardiaca, depressione e problemi di memoria.

“La prevenzione e la gestione efficace delle malattie tiroidee dipendono in gran parte da una corretta informazione e dall’adozione di buone pratiche quotidiane”, dichiara Maria Grazia Castagna, Professore Associato di Endocrinologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena. “Nonostante siano spesso sottovalutate, si stima che le patologie della tiroide colpiscano tra il 5 e il 10% della popolazione italiana. Una diagnosi tempestiva è cruciale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e per questo è importante effettuare alcuni semplici esami di controllo in presenza di segni e sintomi indicativi di un’alterazione della funzionalità tiroidea, ma anche in persone a rischio o in chi ha una predisposizione familiare”.

La diagnosi precoce è fondamentale nella cura della malattia, così come lo è l’aderenza da parte del paziente alla terapia, una volta individuato il trattamento più adeguato.

“La levotiroxina è il trattamento standard per l’ipotiroidismo e consente di ripristinare i livelli ormonali necessari per un corretto funzionamento del metabolismo. Tuttavia, la personalizzazione della terapia e il monitoraggio costante sono essenziali per garantire un equilibrio ottimale e una maggiore stabilità nel tempo”, commenta Annamaria Colao, Professore Ordinario Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e Sviluppo Sostenibile, Università degli Studi di Napoli Federico II. “Grazie alla possibilità di avere diverse formulazioni disponibili, dai farmaci in compresse alle capsule molli fino alle formulazioni liquide, è possibile adattare il trattamento alle caratteristiche specifiche di ciascun paziente, migliorando così l’aderenza alla terapia e i risultati clinici complessivi”.

Nel mantenimento della salute tiroidea, anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale poiché questa ghiandola necessita di specifici micronutrienti per funzionare al meglio. In soggetti con ipotiroidismo, una dieta equilibrata deve essere inclusiva di alimenti ricchi di iodio e selenio, due elementi fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide.

“Un regime alimentare vario e personalizzato in base all’età e allo stile di vita rappresenta una valida strategia di prevenzione per alcune disfunzioni tiroidee, soprattutto quando arricchito con sale iodato, efficace a evitare le carenze di iodio, e con selenio, fondamentale per il metabolismo degli ormoni tiroidei e quindi per il buon funzionamento complessivo della ghiandola”, evidenzia la Professoressa Colao. “Per incoraggiare la prevenzione e sensibilizzare l’opinione pubblica, è essenziale fare chiarezza su quali alimenti possano realmente influire sulla salute della tiroide, sgombrando il campo da fake news e falsi miti che persistono numerosi intorno a questi temi”.

“Ne è un esempio la convinzione che eliminare il glutine dalla dieta possa migliorare la funzione tiroidea, anche in assenza di una diagnosi di celiachia o di sensibilità al glutine. In realtà, in condizioni normali eliminare il glutine non comporta alcun beneficio per la tiroide e al contrario se non gestito correttamente potrebbe determinare delle carenze nutrizionali”, continua la Professoressa Castagna. “È vero, tuttavia, che alcune forme di tiroiditi autoimmuni, in particolare la tiroidite di Hashimoto, si associano più frequentemente ad altre patologie autoimmuni come ad esempio la celiachia. Solo nel caso quindi in cui le due patologie coesistono è necessario adottare una dieta priva di glutine. In genarle, in caso di problematiche accertate, è sempre importante affidarsi ad uno specialista, evitando pericolose pratiche ‘fai da te”.

La Campagna “Dal Palato alla Tiroide” si inserisce all’interno di un progetto più ampio che vede nel sito latiroide.it un vero e proprio hub informativo sulla tiroide con video pillole degli esperti, sezioni dedicate ai professionisti della salute, e un servizio per richiedere il consulto telematico di uno specialista. La Campagna sfata numerosi falsi miti sull’alimentazione, promuovendo consapevolezza e prevenzione delle malattie tiroidee attraverso informazioni chiare e aggiornate e un approccio molto pratico. È con questo spirito che è stato creato il ricettario “Dal Palato alla Tiroide”, pensato per chi desidera seguire un’alimentazione equilibrata, ricco di consigli e ricette per una dieta sana e bilanciata e adatta a chi soffre di disfunzioni della tiroide. Il ricettario è stato realizzato grazie al contributo degli utenti, alla collaborazione con specialisti endocrinologi e Sonia Peronaci.

“È stato un piacere partecipare a questa iniziativa”, ha commentato Sonia Peronaci, foodblogger e fondatrice di GialloZafferano. “Credo molto nell’importanza di diffondere una corretta informazione su come l’alimentazione possa supportare la salute. Con semplici accorgimenti si possono fare scelte migliori e più consapevoli senza rinunciare al piacere della tavola” ha aggiunto.

L’impegno di Ibsa Italy va oltre il semplice supporto alla campagna, riflettendo una visione di lungo termine a supporto della comunità dei pazienti e in più in generale della popolazione. “Ibsa è impegnata nella ricerca di soluzioni terapeutiche all’avanguardia e supporta iniziative vicine ai bisogni dei pazienti. Investire nella consapevolezza e nella prevenzione delle malattie tiroidee fa parte del nostro approccio alla salute a 360 gradi. Con la campagna ‘Dal Palato alla Tiroide’ vogliamo non solo fare educazione su questi temi, ma anche offrire risorse concrete e accessibili che migliorino la vita quotidiana dei pazienti.” conclude Greta Pizzamiglio Sr Product Manager di Ibsa Italy.

Fonte: askanews.it

“Una Stella di Natale Ail aiuta le persone a guadare lontano”

Ail – Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mielomadopo 18 anni rinnova la storica campagna dedicata alle Stelle di Natale, con l’obiettivo di unire ciò che è divenuto il simbolo dell’Associazione, il racconto delle storie dei pazienti e l’impegno sociale di Ail.

L’iniziativa Stelle di Natale Ail, in programma 6, 7 e 8 dicembre in 4800 piazze italiane, storico appuntamento con la solidarietà promosso dall’Associazione che da 55 anni è al fianco dei pazienti ematologici e delle loro famiglie, viene realizzata da 36 anni grazie al contributo di migliaia di volontari e all’opera delle sue 83 sezioni Ail sul territorio nazionale. La manifestazione ha permesso in tanti anni di sostenere e mettere in campo importanti progetti di Ricerca e Assistenza e ha contribuito a far conoscere i rilevanti progressi e i risultati ottenuti nel trattamento dei tumori del sangue.

Ail lancia la nuova campagna di comunicazione integrata dedicata all’iniziativa Stelle di Natale “Segui la Stella”, affidata a Lateral, Studio di Comunicazione & Branding guidato da Francesco Fallisi e Federica Bello, con la direzione creativa di Francesco Fallisi e Simona Angioni. Per la campagna è stato prediletto un approccio intimo e delicato, affinché fosse un’esperienza personale a trasmettere il significato profondo che rappresenta la scelta della Stella di Natale Ail.

Protagonista dello spot è una bambina con un obiettivo molto preciso: regalare speranza al paziente incorniciato dalla finestra di fronte alla sua. Da sola, con passo svelto e deciso, attraversa le stradine della sua città come se fosse una grande avventura. Ha le sue monetine e il suo sogno da realizzare. E lo porta a termine, scegliendo la Stella di Natale più grande che può, e permettendo a quel ragazzo di guardare lontano. Una bambina da seguire e, soprattutto, come recita la voce fuori campo, “Una Stella da seguire” per arrivare finalmente ad un futuro libero dai tumori del sangue.

Il claim dello spot è semplice e potente allo stesso tempo: “Una Stella di Natale Ail aiuta migliaia di persone a guardare lontano”. “Questo concetto riflette il nostro impegno nell’offrire una prospettiva di fiducia e speranza a chi affronta un percorso di cura difficile – affermano Rita Smoljko e Daniele Scarpaleggia, rispettivamente Responsabile Comunicazione AIL e Coordinatore del Progetto – aiutando i pazienti e le loro famiglie a guardare oltre le sfide e la sofferenza del presente”.

Fonte: askanews.it

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