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Diffondere la cultura della prevenzione e dell’educazione clinica

Formare e informare cittadini, pazienti e caregiver su patologie, cure e stili di vita corretti. È questo l’obiettivo principale degli “Education Box” targati Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, incontri gratuiti e aperti al pubblico promossi con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione e dell’educazione clinica. L’appuntamento, divenuto ricorrente lo scorso anno, torna anche nel 2025 con una serie di nuove iniziative. Un percorso divulgativo e informativo, sempre più capillare e diffuso, che si fonda sul concetto di umanizzazione delle cure e che mira a trasformare la medicina in un momento di condivisione.

Dall’udito al tumore del colon-retto, dalla malattia di Parkinson a quella di Alzheimer, passando per l’osteoporosi e il diabete, sono circa 20 gli incontri programmati per quest’anno, compreso quello in programma oggi, in occasione della Giornata Internazionale dell’Educazione, che punta a ispirare e formare chi desidera partecipare attivamente alla prevenzione e al percorso di cura. “Il principio che ha ispirato la nascita di questi incontri è la volontà di far sentire i pazienti e i loro familiari presi in carico da ogni punto di vista, non solo nelle cure ma anche sotto il profilo dell’informazione e della prevenzione”, ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale del Policlinico Paolo Sormani, che poi ha commentato ancora: “Si tratta di un ulteriore tassello del nostro impegno per una sanità sempre più umana e attenta ai bisogni delle persone. Un sostegno concreto volto a coltivare il rapporto tra l’ospedale, le persone e il territorio”.

“Raccogliere l’esperienza di pazienti e caregiver è fondamentale per migliorare continuamente la qualità del nostro approccio”, ha commentato il direttore clinico della fondazione, Rossana Alloni, per la quale “l’Education Box ci permette di ascoltare direttamente chi vive il percorso di cura, affinando così i materiali informativi e le nostre iniziative. Lo sguardo di chi ha vissuto la realtà della malattia e del trattamento è essenziale per garantire una cura sempre più centrata sulla persona”. “Vogliamo mettere al centro le esigenze e le preoccupazioni dei pazienti, supportandoli in ogni fase del trattamento”, le ha fatto eco il Direttore Patient Relationship del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Marta Risari, secondo cui “questo approccio umano e personalizzato favorisce un’esperienza più serena e consapevole per il paziente, creando un ambiente di cura in cui le persone si possano sentire ascoltate e rispettate”.

Nel 2024 sono stati ben 24 gli appuntamenti con l’Education Box che si sono tenuti presso il Policlinico Campus Bio-Medico, con una presenza complessiva da parte di cittadini, pazienti e caregiver pari a circa mille persone in totale. I due appuntamenti di febbraio prossimo febbraio saranno rispettivamente dedicati all’epilessia e al tema della psicologia e delle malattie rare.

Fonte: askanews.it

Paola Marchetti (pres. Confepi Salute): “Investire sulle comunità terapeutiche”

“Depressione e psicosi colpiscono sempre più i giovani. Non bastano cicli di terapie riabilitative senza una società preparata a riaccogliere queste persone dando loro un’occasione reale di reinserimento e una speranza di futuro, superando anche l’isolamento e il dolore causato dallo stigma che la società attribuisce a chi soffre di problemi psichiatrici”. E’ questo l’appello lanciato dalla Comunità Maieusis che opera da anni nella regione Lazio nel settore della riabilitazione psichiatrica, con un metodo consolidato e risultati che hanno consentito a centinaia di ragazzi di tornare a vivere e a costruirsi un futuro.

“Le Istituzioni hanno il dovere di investire sulla salute mentale che dopo il covid è diventata la vera pandemia del terzo millennio”. Secondo le stime epidemiologiche, diffuse in occasione Giornata Mondiale della Salute Mentale che si celebra il 10 ottobre, a soffrire di disturbi psichici in Italia sarebbe almeno il 5% della popolazione, circa 3 milioni di persone, percentuale che sale al 10% se si includono anche i disturbi più lievi, come ad esempio gli attacchi di panico.

Appena il 14% della spesa sanitaria globale è connessa ai disturbi neuropsichiatrici, inclusi depressione, psicosi e abuso di droghe e alcol. In particolare, nei Paesi in via di sviluppo circa il 75% delle persone affette da disturbi mentali non riceve alcun tipo di trattamento. In questo quadro drammatico, spiega Paola Marchetti, presidente di Confepi Salute “il ruolo delle comunità terapeutiche è fondamentale perché offrono un percorso di riabilitazione e reinserimento attraverso il metodo della comunità, decisivo anche per superare lo stigma sociale che si trovano a subire coloro che sono affetti da disturbi psichici. Su questi temi riteniamo che le Istituzioni debbano trovare presto maggiori investimenti, per non abbandonare al proprio destino milioni di giovani che hanno bisogno di assistenza”.

Fonte: askanews.it

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